![]() Dario Arcidiacono Ultrapop Chicca Gagliardo (a cura di) Libro degli adornamenti delle donne Edizioni La Vita Felice 2002 |
Libro
degli adornamenti delle donne E'
sorprendente in quanti modi un testo possa tornare a vivere.
|
Donne barbute, chiazzate, grinzite, slabbrate, rovesciate, lontane anni luce dal modello di bellezza plastificata adottato oggi dai media, vanno a comporsi in una specie di "elogio dell'imperfezione" che certamente non sarebbe spiaciuto alla leggendaria Trotula, la più famosa delle Mulieres Salernitanae, forse troppo avanti anche per il suo tempo. La storia del testo viene ricostruita da Mirella Sessa, linguista, ricercatrice presso l'Accademia della Crusca. Da lei apprendiamo che il Libro - noto come Trotula minor - scoperto e conservato nella biblioteca di Francesco Redi, scrittore e scienziato seicentesco, fino a quando capitò tra le mani dell'abate Giuseppe Manuzzi, appassionato lessicografico, che decise di darlo alle stampe in pochi esemplari nel 1863. A
partire dalle singole parole del testo, per lo più termini tecnici
entrati ufficialmente nel vocabolario della Crusca nel 1729, Mirella Sessa
compie un viaggio a ritroso fino al Libro nella sua integrità,
scritto per le nobildonne dell'XI secolo, poi diffuso in diversi manoscritti
nel XIV secolo. Ma
l'adornamento più importante riguarda il "luogo
vergognoso", affrontato da Trotula senza alcun accento moralistico
come si legge nelle prime righe della ricetta per "farlo costringere"
o nei consigli alle donne per "parere vergini": Osservato da artisti contemporanei e attraverso gli ingredienti dell'antico ricettario di Trotula, il corpo femminile si ricompone e si rappresenta in modo assolutamente non banale.
|